L'AMORE E' UN VIAGGIO

"E' che, senza Roberto, non ho ricordi." (Paolo)


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Perchè?

Questa mattina tra le notizie pubblicate su ansa.it, una in particolare ha attratto la mia attenzione: "Offese omofobe a ragazzo, denunciato un professore - Ragazzo ha reagito e l'insegnante lo avrebbe colpito a calci e pugni."
Ma perché?
Subito la mente mi ha ricordato la notizia della Curia di Milano che aveva inviato una comunicazione agli insegnanti di religione con la quale chiedeva di segnalare le scuole dove si tratta l'argomento omosessualità: "... in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un'idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento ...".
Ma perché?

A domanda rispondiamo

In questi ultimi tempi abbiamo ricevuto diverse richieste di informazioni e chiarimenti sulla nostra esperienza di unione civile a New York. In particolare la domanda più frequente è stata:
"Vi sareste sposati a New York in ogni caso anche se in Italia fosse già riconosciuta la vostra unione?"
Ovviamente la risposta è positiva. Si, ci saremmo comunque uniti in matrimonio nella splendida location di Central Park a New York perché è una delle città che più ci affascina e anche perché abbiamo avuto un'organizzazione eccellente. Noi abbiamo solo dovuto pensare a preparare i documenti e le valigie.  Per questo motivo abbiamo deciso di offrire una più dettagliata informazione leggendo questa pagina. Evviva gli sposi.

"Ci sposiamo, non è un delitto"

Giovedì 9 Ottobre, ci siamo alzati di buon ora per andare alla stazione di Parma. Alle ore 7:00 sarebbe arrivato il treno da Milano che accompagnava Silvia Nucini, affermata giornalista di Vanity Fair. Dopo i convenevoli siamo andati nel Salone di Roberto per rilasciare l'intervista del nostro matrimonio. Più che una intervista formale è stata una amichevole chiacchierata, dove abbiamo raccontato a braccio, la nostra storia, il nostro percorso di vita assieme. Su Vanity Fair n. 41 del 22 Ottobre 2014, hanno pubblicato la nostra intervista con alcune immagini scattate al Central Park di New York durante la cerimonia della nostra unione.
Grazie a Vanity Fair per l'opportunità offerta e grazie a Silvia per la gentile disponibilità e grande professionalità. (Leggi)

E noi?

Anche l'Estonia ha detto si alle unioni tra persone dello stesso sesso, è il primo Paese, ex Sovietico a farlo. Così in Europa ben 19 Paesi su 28 tutelano le coppie omosessuali. E in Italia? Lo scorso Luglio anche la Croazia ha detto si alle unioni civili. E noi? Le affermazioni del Presidente del Consiglio ci hanno dato qualche speranza. Ci auguriamo che non siano le solite intenzioni e che alle parole seguano i fatti concreti e a breve termine. Mi piacerebbe che in Italia, prima della conclusione del semestre di presidenza dell'Unione Europea sia approvata una legge per la nostra tutela. Al di là dell'orientamento politico, apprezziamo quanto dichiarato e che finalmente siano poste al centro dell'attenzione la persone e non le antiquate ideologie dei partiti. Siamo cittadini italiani ai quali sono ancora negati diritti fondamentali. Riconoscere i giusti diritti alle coppie omosessuali non toglie nulla alle altre né tantomeno ai singoli cittadini.
A chi dice che ci sono altre priorità da affrontare noi rispondiamo che da oltre un decennio si dovevano adottare i provvedimenti suggeriti dalla Unione Europea.
A chi dice che non dovremmo avere gli stessi diritti perché una famiglia è costituita solo da un uomo e una donna, rispondo che allora dovrebbero essere diversificati anche i doveri. Perché quando fa comodo al fisco, i nostri redditi sono considerati come fossimo un nucleo familiare ancorché non riconosciuti? Perché un parlamentare può lasciare il suo vitalizio al proprio barbiere mentre al mio compagno non spetta nulla?
A chi dice che non siamo una famiglia rispondo di leggere il provvedimento legislativo italiano che considera, dal punto di vista civile, "famiglia anagrafica" l'unione di persone per motivi affettivi senza distinzione di sesso (Legge 1228/54 e DPR 223/89). Non solo, l'Art. 2 della Costituzione Italiana stabilisce che: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità" 
Ovviamente la famiglia è una formazione sociale in cui l'individuo svolge la sua personalità, e su questo non è possibile obiettare alcunché. L'Art. 3 sempre della nostra Costituzione, recita:"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" 
Questi due articoli sono inseriti nella parte introduttiva della Costituzione intitolata "Principi Fondamentali", dunque non messi lì per caso. Già questo dovrebbe far riflettere, in quanto costituisce la base di ogni discussione in merito ai diritti civili.

A chi crede di conoscere il termine "famiglia" ricordo che l'etimologia della parola famiglia è da ricondursi al termine osco fama casa, da cui il latino famīlia, cioè l'insieme dei famûli. Pertanto, famiglia in senso stretto ed originario, significa piccola comunità di "persone che abitano nella stessa casa".
A chi afferma che amore possa essere solo tra un uomo e una donna, noi vi invitiamo a conoscerci e a non ignorare la nostra storia, i nostri sentimenti, la nostra dignità.