Roberto e Paolo: 'Finalmente sposi'
Roberto, 39 anni, di Cogozzo convolerà a nozze con il compagno giovedì 18 settembre a Central Park (New York), una storia lontano dagli stereotipi
VIADANA (Cogozzo) — «Volevo dire a tutti i genitori che ti seguono tutte le settimane che se veramente vogliono bene ai propri figli devono accettare tutte le loro scelte di vita. In altro modo crescono solo dei repressi. Comunque voglio terminare ringraziando te, mio padre, mia madre, ma soprattutto il mio compagno che in questi 15 anni mi ha aiutato, curato e amato». Termina così la lettera che Roberto (il cognome non importa, «non vogliamo passare per esibizionisti»), 39enne di Cogozzo, ha inviato al settimanale ‘Vanity Fair’ nel raccontare la sua difficile quanto straordinaria storia d’amore. Giovedì della prossima settimana convolerà a nozze con Paolo, «il compagno della mia vita», nell’incantevole location del Central park di New York.
Aveva 24 anni quando ha rivelato ai genitori il suo progetto di andare a vivere con un uomo che all’epoca era sposato e si stava separando dalla moglie: una decisione che sgorgava dal cuore ma che era quasi impossibile che non provocasse conflitto. Roberto e Paolo, però, hanno seguito il cuore e la forza di un amore sbocciato quasi per caso su una chat e poi consolidatosi negli anni.
Sabato scorso i due futuri sposi hanno festeggiato con gli amici all’osteria Da Bortolino nella golena di Viadana, il luogo ‘galeotto’ dove era avvenuto il primo incontro reale dopo il contatto virtuale. Già, gli amici, una costante nella crescita anche del loro rapporto sentimentale. «Eravamo in 150 — scrivono sul loro blog — e complice la bella giornata e il luogo suggestivo dell’Ostello Bortolino abbiamo trascorso dei momenti meravigliosi e ricchi di forti emozioni».
La loro storia è ben lontana dagli stereotipi. «Vogliamo solo vedere tutelati i nostri diritti civili quali il riconoscimento dell’unione, il diritto al patrimonio e all’assistenza. Non siamo per le manifestazioni di piazza, né per forme di esibizionismo come il Gay pride: il nostro sogno è che l’Italia finalmente maturi una moderna forma di pensiero sul tema».
Insomma, l’amore che si fa passione civile e che inevitabilmente rompe le barriere. Quelle della mente.
VIADANA — L’appuntamento, dunque, è per le 16.30 di giovedì 18 settembre al Central park di New York. «Come location abbiamo scelto Bow Bridge — spiegano Roberto e Paolo — ma in caso di pioggia ci sposteremo al The Arch». I due fidanzati si sono affidati a un wedding coordinator per i passaggi burocratici mentre l’officiante sarà aconfessionale: al termine i due novelli sposi firmeranno la licenza di matrimonio insieme alla testimone, ovvero Federica, la prima collaboratrice del salone di acconciature di Roberto, divenuta negli anni l’amica più importante. La licenza sarà poi trasferita all’Ufficio matrimoni del Comune di New York che ne spedirà una copia a casa per provvedere alla trascrizione in Italia, al Comune di Parma dove risiedono. «Cosa che faremo sicuramente!», assicurano. Il matrimonio a New York è legato al fatto che offre la possibilità di unirsi civilmente anche senza essere residenti mentre in Europa è necessario che almeno uno dei due futuri sposi abbia la residenza nel Paese. «Ma la Grande Mela è anche la città che più ci affascina».
la cerimonia. alle 16.30 il coronamento di un sogno
Andrea Setti
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