L'AMORE E' UN VIAGGIO

"E' che, senza Roberto, non ho ricordi." (Paolo)


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Gazzetta di Mantova - 18/09/2014

Paolo e Roberto, dalla Bassa al Central Park per dirsi sì

VIADANA. Oggi è il gran giorno. Paolo e Roberto, insieme da 16 anni, si sposeranno negli Stati Uniti, al Central Park di New York.«Siamo italiani, orgogliosi di esserlo, ma nel nostro paese non…

VIADANA. Oggi è il gran giorno. Paolo e Roberto, insieme da 16 anni, si sposeranno negli Stati Uniti, al Central Park di New York.«Siamo italiani, orgogliosi di esserlo, ma nel nostro paese non possiamo celebrare il matrimonio», dice Roberto, parrucchiere di Cogozzo, che la settimana scorsa ha voluto festeggiare le nozze imminenti all’osteria da Bortolino di Viadana. Un primo sogno si corona. Resta quello di veder tutelati i diritti dei gay anche in Italia, unico Paese europeo che non ha ancora legiferato in materia di unioni omosessuali.
«In Europa, il matrimonio "same-sex" è stato riconosciuto in dieci Stati (Islanda, Gran Bretagna ad esclusione dell’Irlanda del Nord, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia e Norvegia), ma per unirsi civilmente in Europa è necessario che almeno uno dei due futuri sposi abbia la residenza nel Paese. «Per questo abbiamo deciso di unirci a New York, non solo perché offre la possibilità di unirsi civilmente anche senza essere residenti, ma anche perché è la città che più ci affascina» raccontano Roberto e Paolo.
«La location che abbiamo scelto è il Bow Bridge, mentre in caso di pioggia la cerimonia sarà celebrata al The Arch. Il nostro Wedding Coordinator ci assisterà in tutti i passaggi burocratici. Al momento della cerimonia, presieduta da un officiante ecumenico, aconfessionale, firmeremo la licenza di matrimonio assieme alla testimone: la nostra fede.
La licenza sarà poi trascritta all'ufficio matrimoni del Comune di New York che ne spedirà una copia a casa per provvedere alla trascrizione in Italia, cosa che faremo sicuramente al Comune di Parma».
Con loro ci saranno i testimoni e gli amici più stretti. Vi sentite discriminati? «È’ capita una volta soltanto da un dentista che ha perso due clienti in un sol colpo, per il resto ci hanno sempre rispettato. Credo che in parte sia merito anche del nostro comportamento basato sulla discrezione, sul rispetto e sulla serietà che ha portato tante persone a ricredersi sui rapporti omosessuali. Dipende tutto dalla maturità delle persone. Paolo lavora in Confesercenti da 33 anni e gli hanno concesso la licenza matrimoniale con grande intelligenza e comprensione, per fortuna intorno a noi ci sono persone mature». Intanto loro due, innamorati come il primo giorno, con un annullamento della Sacra Rota alle spalle proprio per la questione dell’omosessualità, continuano la battaglia per i diritti civili dal loro blog, «aperto per condividere il nostro matrimonio con gli amici che restano in Italia e per far conoscere la nostra storia».

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